2.A SERATA “SETTIMANA DELLA FEDE” – LE OPERE DI MISERICORDIA

2.A SERATA “SETTIMANA DELLA FEDE” – LE OPERE DI MISERICORDIA

Relatore della seconda serata è stato don Mimmo Ozza, sacerdote responsabile di un centro per le tossicodipendenze a Gemini. Il suo lungo lavoro e la grande esperienza con giovani bisognosi di cure e di sostegno sono sostenuti dalla sua grande fede e da questa sua opera caritativa che è immensa.

Ringraziamo Papa Francesco che ha indetto l’Anno della Misericordia, una grazia in terra che permette ad ognuno di noi di ottenere un’indulgenza plenaria, ogni qualvolta compiamo un’opera di misericordia.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia!

Avere misericordia significa avere pietà e compartecipazione verso i bisognosi. Il cuore del misericordioso non è indifferente ai bisogni e alle sofferenze di coloro che incontra lungo il cammino della sua vita e si fa’ carico del fratello.

Ma la compassione non deve restare solo un sentimento, bensì deve trasformare i nostri sentimenti in opere. Significa passare all’azione, agire. Infatti se non si passa all’azione non è compassione. Le opere di misericordia spirituali e temporali sono le facce della stessa medaglia, la prima non esclude l’altra, così come la preghiera non deve escludere le opere. Togliere alle opere di carità la preghiera,  priva la carità del suo valore e della sua forza, perché diventa fine a sé stessa.

Tra i bisogni primari dell’uomo c’è il cibo, ma, poiché siamo corpo e anima, non dobbiamo dimenticarci di nutrire anche l’anima e il suo nutrimento è la preghiera. Al primo posto c’è l’uomo con tutto il suo essere, l’uomo perché creatura amata da Dio. La misericordia parte da Dio e dal suo cuore misericordioso.

Curare i ragazzi ad uscire dal tunnel della droga non è sufficiente per farli guarire, perché dietro questo grandissimo problema, ce n’è un altro ancora più grande: la mancanza di amore, la mancanza di Dio, in ognuno di loro c’è fame e sete di Dio. Il deserto esistenziale di queste vite può essere riempito solo dall’amore di Dio. Infatti, quando questa sete e questa fame saranno saziati, non ci sarà più posto per la droga.

Compiere opere di misericordia non significa dedicare alcune ore, ma significa cambiare il proprio stile di vita, dedicandosi agli altri ogni qualvolta ci si trova nelle situazioni di necessità; cambiare il proprio sguardo, vedere il mondo con occhi misericordiosi.

L’insensibilità e la durezza del cuore ci porta lontano dagli altri, all’isolamento; un cuore aperto, attento, generoso ci porterà a capire e ad andare incontro ai nostri fratelli.

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