CHIAMATO ALL’AMORE PER AMARE. Fratello Alessio si racconta.

Chiamato dall’Amore per amare

Di norma il racconto di una vita inizia dal suo sorgere. La mia vita prende l’avvio dall’incontro con Dio, dalla consapevolezza di un amore che supera ogni logica umana e non si sdegna di intrattenersi con un cuore impuro.

Come la gran parte dei giovani anch’io dopo il sacramento della cresima mi allontanai dalla Chiesa, nascondendomi in una corazza di divertimenti che il mondo mi proponeva, tuttavia era rimasto in me un barlume che era il desiderio di conoscere la verità.

C’era qualcosa che si agitava in me, che mi diceva di andare oltre rispetto a quanto avevo fatto e vissuto fino a quel momento. Avvertivo la necessità di compiere qualcosa di grande che riuscisse a colmare quel senso di vuoto che albergava dentro di me.

Il Signore venne a visitarmi in questa notte oscura tramite la fraternità “Serve e Servi del Cenacolo”, i quali mi proposero di vivere un’esperienza di preghiera e di ristoro spirituale. Prima di aderire a questo invito manifestai diverse perplessità: tutto sommato si trattava di una comunità giovane, nata nel 2000, il cui fondatore era una donna di nome sorella Anna, la quale si prodigava all’evangelizzazione del popolo di Dio, attraverso il carisma dell’accoglienza, soprattutto verso le persone più disagiate e meno desiderate dalla società. Avevo dentro di me molti pregiudizi, ma il Signore stava cominciando a preparare qualcosa di grande, che mi avrebbe riscattato da tutte quelle schiavitù che mi portavo dentro. Ricordo ancora la prima volta in cui visitai la comunità. Tutta la fraternità era radunata attorno al Ss. Sacramento, e ciò che mi meravigliò di più è il fatto che la cappella era piena di tante persone che come me cercavano di trovare il senso della loro vita. Leggevo nei volti di queste persone la sofferenza dei loro cuori, ma anche il volto nuovo di persone che finalmente nella loro sofferenza avevano sperimentato la gioia di un incontro sanante. La mia prima conversione avvenne in questo clima di grazia e serenità, ed è qui che cominciai a comprendere il vero senso della vita e a percepire, come ci ricorda san Francesco, che “è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo a se stessi che si risorge a vita nuova”.

Attratto da questo clima di grazia, entrai anch’io a far parte di questa fraternità. Il 31 maggio del 2009 espressi il mio “eccomi”, attraverso la mia prima professione religiosa promettendo a Dio la mia fedeltà attraverso i consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità. Subito dopo la mia professione religiosa, con l’aiuto di don Tommaso Sabato, cominciai a riflettere sul senso del Sacerdozio. Essere Sacerdote cominciò a rappresentare per me qualcosa di molto importante e che mi avrebbe permesso di esprimere al Signore la mia dimensione di dono.

Così il 12 ottobre dello stesso anno intrapresi il cammino nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. In questi anni di formazione in seminario, ho avuto l’opportunità di riflettere sul mio vissuto e di compiere un cammino di crescita umana verso una più autentica conoscenza di me stesso, degli altri e di Dio. Son stati anni all’insegna della bellezza della vita comune entrando in contatto con delle persone stupende, le quali mi hanno insegnato molto sul valore della fraternità  e della condivisione delle proprie esperienze.

Il prossimo 15 marzo, nella cappella maggiore del Seminario di Molfetta, riceverò il ministero dell’accolitato, che rappresenta per noi giovani seminaristi, una delle tappe, che assieme all’ammissione agli ordini, il lettorato e il diaconato, che ci introduce verso il sacerdozio. Nel ministero dell’accolitato la Chiesa mi invita a contemplare ancor più intimamente il mistero del Cristo presente nell’Eucarestia e di amarlo nel servizio assiduo ai fratelli.

Rendo grazie al Signore per il dono della vocazione e per la possibilità che mi da sempre di gustare la Sua presenza nelle persone che Egli pone lungo il mio cammino, e di servirlo con il Suo amore.

Alessio Sestili

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