“U SPAGNOLETTO” PADOVANO

Il 13 Giugno è una data molto cara ai Cattolici (e non solo) di tutto il mondo. La devozione ad Antonio da Padova, infatti supera gli “steccati” della Fede cattolica tanto da essere fatta propria da fedeli di altre religioni: succede così di trovare quadri di Sant’Antonio in un tempio induista o di ascoltare, in un santuario dedicato a Sant’Antonio in Albania, l’avviso prima della comunione: “ricordiamo che possono fare la comunione solo i fedeli cattolici, i fedeli musulmani dopo la Messa possono accostarsi per una benedizione.”

La nostra gente ama profondamente questo Santo, che oltre alle sue innumerevoli virtù è stato intercessore potente per tantissime grazie, tanto che viene ricordato anche come “Sant’Antoni te le tritici Crazie”, perchè pare ne faccia 13 al giorno.

Non tutti sanno che per molto tempo il patrono titolare della nostra Città era appunto Sant’Antonio, fin quando non venne sostituito con San Giovanni Elemosiniere. La devozione al Santo di Padova non è mai venuta meno nel nostro popolo, alimentata anche dalla presenza dei frati minori nel convento di Santa Maria degli Angeli e in particolare dall’apostolato di Padre Bonaventura De Monte che dopo una vita consacrata a Dio (e a Sant’Antonio) ci lasciò per tornare alla casa del Padre, proprio in un 13 Giugno.

La nostra comunità parrocchiale, dedicata a due figli di Francesco d’Assisi è oggi particolarmente in festa per un altro figlio di Francesco (uno fra i fiori più belli del ricchissimo giardino francescano) di cui sia San Giuseppe da Copertino che San Pio da Pietrelcina erano particolarmente devoti.

Nella Vita di San Giuseppe da Copertino, si racconta che il nostro conterraneo avesse spesso mistiche conversazioni con  Santi vissuti molti secoli prima. Nei momenti più duri della sua vita, come ad esempio durante il processo della Santa Inquisizione a Napoli, pare godesse della compagnia e del conforto di un Frate che gli altri confratelli non riuscivano a vedere e che San Giuseppe chiamava confidenzialmente: “o Spagnolleto”.

Fernando di Buglione nasce a Lisbona nel 1195. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella.

Tanti auguri a tutti coloro che portano il nome del glorioso Santo “spagnoletto” di Padova!

D'Enrico Antonio, Tanzio da Varallo Sant'Antonio da Padova, c. 1616-1618

D’Enrico Antonio, Tanzio da Varallo
Sant’Antonio da Padova, c. 1616-1618

 

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